martedì 14 luglio 2009

Digitalizzare la D341 Rivarossi

Nonostante gli anni e i non pochi difetti, la D341 della Rivarossi fa ancora la sua bella figura sul plastico, al traino di un qualche diretto anni '70 o un merci di carri a 2 assi.
A causa della costruzione con motore ad asse vericale su un carrello e presa di corrente sull' altro, le prestazioni non sono esaltanti. Comunque il modello è ben zavorrato e con i vantaggi della digitalizzazione, si può migliorare notevolmente il comportamento.
Il metodo qui descritto non è sicuramente l' unico e forse neanche il migliore, ma è quello a cui sono arrivato io e il risultato mi soddisfa.

La prima cosa da fare è come sempre trovare il posto per il decoder. Ho deciso di togliere il telaietto di plastica che fa da supporto da una parte per il contatto per il motore e dall' altra per la lampadina.
Il telaietto è fissato con un ribattino che fa anche da conduttore con il polo di contatto posto sotto il telaio. Sotto il telaieto c' è effettivamente abbastanza spazio per piazzarci il decoder. Il Dz123 è già protetto con uno shrink wrap, ma per sicurezza ho foderato la cavità nel telaio con del nastro adesivo per evitare possibili corto circuiti.

La trasmissione di corrente dal carrello avviene per un polo attraverso un contatto strisciante su una piastrina isolata posta sotto il telaio e poi attraverso il ribattino già menzionato arriva al telaietto che abbiamo tolto, interrompendo così il contatto verso il motore. Che è poi quello che vogliamo. Tagliando il ribattino, la piastrina sotto il telaio si libera ed è quindi necessario incollarla di nuovo al telaio. L' altra polarità passa per la vite che fissa il carrello al telaio e che a sua volta fa conttato direttamente sul portaspazzola del motore. È quindi necessario isolare il portaspazzola con del nastro adesivo.

A questo punto è evidente dove saldare i fili del decoder. Filo nero sul ribattino, filo rosso sul telaio. Bisogna scaldare ben bene il telaio con il saldatore perchè lo stagno faccia presa, un trucco può essere quello di fare un piccolo foro in cui far colare dello stagno per aumentare la presa.
I fili grigio e arancione vanno sui portaspazzola del motore. È consigliabile saldare i fili dopo aver rimosso i portaspazzola per non danneggiare il motore. Per il momento non ho montatto la luce perchè voglio sostituire la lampadina con un LED.

Dopo aver fatto varie prove, ho usato i seguenti valori per le CV:

CV2 = 30
CV4 = 1
CV5 = 130
CV6 = 60
Il punto debole rimane sempre la presa di corrente su un solo carrello, ma adesso c' è solo qualche incertezza sul cuore di un incrocio.

Nella foto una ambientazione anni '70 con la D341 al traino di un carro nVrec in resina di Baccari (Ferrovia del Caimano, http://it.geocities.com/ilariobaccari/prod033.htm ) e una centoporte autocostruita partendo da una carrozza bavarese Arnold. Il tetto della centoporte è un calco in resina da una carrozza Tibidabo.

2 commenti:

  1. Bravo Pietro, vedo che anche tu sei un "digitalizzatore" a tutto spiano :)

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  2. Ciao Mario, un po' alla volta cerco di documentare tutto quello che ho fatto. Anche io ho imparato molto dal lavoro fatto da altri

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