La Delprado ha realizzato una serie di modelli che hanno aperto nuovi orizzonti per chi si ostina a seguire lo stile italiano in scala N.
Qualche modello è venuto bene, come la E402B o l' ETR480, qualcuno è decisamente sbagliato sia come forme che dimensioni, come il Settebello, qualche altro a prima vista sembra buono ma a un più attento esame presenta dei problemi. Anche per me che non sono un contachiodi.
La Aln 556 appartiene a questa ultima categoria.
Guardandola bene ci si rende conto che è molto stretta, tanto che mancano ben 2 finestrini sulla parte frontale. E a causa di questo sottodimensionamento, diventa difficile trovare una meccanica commerciale che si adatti.
A mali estremi, estremi rimedi. Si comincia tagliando a metá per il lungo la cassa per portarla a 19 mm di larghezza che corrisponde ai 310 cm reali, usando del plasticard e stucco Milliput per riempire la fessura. Dopo aver cartavetrato accuratamente il tutto, si può passare alla verniciatura. Prima però bisogna rifare i montanti della finestratura sul muso, in modo da avere il numero giusto di finestrini.

La parte più grossa da riverniciare è il tetto (argento Humbrol 11 a aeropenna), è possibile limitarsi a ritoccare le parte in castano/isabella del muso a pennello, senza dover riverniciare tutto il resto, e quindi conservando le scritte originali.
Anche i respingenti vanno riposizionati, ma il pancone rosso con il numero è una parte separata e si può recuperare senza modificarla.
I trasparenti dei finestrini laterali vanno recuperati dal modello Delprado, quelli del muso sono fatti con il Cristal Clear.


Si comincia togliendo la zavorra e si sgancia un carrello, montato a incastro, liberando l' alberino di trasmissione.
Con del plasticard si allunga il telaio alla giusta misura, ricostruendo la parte mancante. Bisogna fare attenzione ad allineare bene le due parti del telaio, usando una superficie piana di riferimento e un righello.

Il muso della Aln556 è molto rastremato, per cui bisogna togliere la parte terminale del telaio in plastica, che è molto squadrata. Attenzione a non toglierne troppa, per evitare problemi con l' appoggio del carrello.
Con del filo elettrico si ripristina la continuitá tra carrello e motore sul lato allungato.
Dal modello Delprado ho tolto anche alcuni dettagli dei carrelli, che ho montato sulla meccanica Tomytec. I cerchi delle ruote sono stati dipinti in marrone.
La cassa appoggia semplicemente sulla copertura del motore e c' è abbastanza frizione sui lati per mantenerla in posizione, senza che si sfili facilmente.
A questo punto siamo pronti per digitalizzare il telaio. Ho usato un decoder Digitrax DZ123, che ha un colore rosso sgargiante. Per mimetizzarlo un poco, gli ho dato una mano di marrone.

I contatti sono evidenti, per prima cosa bisogna isolare le lamelle che fanno contatto tra il motore e la piattina metallica che arriva dai carrelli. Si isolano con del nastro adesivo e si salda il filo arancione (a destra) e grigio (a sinistra) per alimentare il motore. Il filo rosso (a destra) e quello nero (a sinistra) si saldano sulla piattina.
Per il momento non ho realizzato i fanali, per cui i fili bianco blu e giallo sono fissati con del nastro adesivo, in attesa di tempi migliori.
Il decoder è stato fissato con del nastro biadesivo a una basetta di plastica che ho montato sul lato allungato, sopra l' alberino di trasmissione.
Ho programmato le CV nel modo seguente:
CV4 = 1
CV5 = 85
CV6 = 45,
ottenendo una ottima marcia al minimo, velocità massima in scala (ad occhio) e accelerazione e frenatura dolci.
Adesso ho una seconda Aln556 allargata, che aspetta solo dei nuovi carrelli, per poter realizzare una doppia.

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